Il Temporary Crisis Framework (TCF) è uno speciale regime che affianca quello ordinario del De Minimis previsto dalla Commissione europea per fronteggiare la guerra in Ucraina, riconosciuta come grave perturbamento dell’economia
Al momento, ha una durata prevista fino al 31 dicembre 2022 e consente ai singoli Paesi membri di attuare interventi di sostegno all’economia in difficoltà per le cause dirette e indirette conseguenti allo scoppio del conflitto.
Il TCF consente l’intervento su 6 diverse tematiche (tecnicamente definite “Sezioni”) che prevedono sovvenzioni dirette, agevolazioni fiscali, concessione di importanti garanzie pubbliche, misure per il contenimento degli eccezionali aumenti dei costi energetici.
Ci concentreremo sulle principali, ovvero la sezione 1 e 2.
La sezione numero 1 riguarda le sovvenzioni dirette e le agevolazioni fiscali: ogni azienda potrà ottenere aiuti per un massimo di 500.000 euro, ridotti a 75.000 se operante nel settore pesca o acquacultura piuttosto che a 62.000 euro se operante nell’ambito agricolo.
Rientra in questa sezione, ad esempio, la misura agevolativa prevista da Simest fino al 31 ottobre, per sostenere le imprese italiane esportatrici nei territori di Ucraina, Russa e Bielorussia piuttosto che il credito d’imposta sulle bollette energetiche
La sezione numero 2 prevede invece la concessione di garanzie pubbliche per favorire l’erogazione di finanziamenti.
Tale regime di aiuto è stato concretizzato da poche settimane attraverso un potenziamento del Fondo di Garanzia e l’introduzione della garanzia SupportItalia di Sace.
Per entrambe le misure, l’importo del finanziamento non potrà essere superiore ad alcuni specifici limiti legati
Ricordiamo che fino al 31 dicembre, il Fondo di Garanzia prevede un importo massimo di plafond disponibile per ogni azienda pari a 5M di euro. Le garanzie del TCF andranno ad utilizzare le disponibilità residue di questo importo e si sommeranno a quelle già usate in altri regimi (De Minimis piuttosto che TF COVID). Possono utilizzarlo le PMI e le aziende fino a 499 dipendenti, anche in difficoltà, che abbiamo esigenze di liquidità direttamente o indirettamente connesse al turbamento dell’economia conseguente al conflitto, alle sanzioni imposte dall’UE o dai partner internazionali piuttosto che dalle contromisure adottate dalla Federazione Russa.
È possibile richiedere finanziamenti con durata fino a 8 anni e coperture che variano dal 60 al 90% sulla base della destinazione delle risorse e del rating dell’azienda calcolato sul modello di valutazione del Fondo. La garanzia è gratuita per le aziende che abbiano determinati codici ATECO mentre, per le rimanenti, ci saranno dei costi, comunque abbastanza contenuti.
Le aziende che hanno esaurito il plafond del Fondo di Garanzia di 5 milioni e quelle di maggiori dimensioni potranno contare su un ulteriore nuovo strumento d’emergenza, la garanzia SupportItalia di SACE, che può anch’essa spingersi fino alla durata di 8 anni. La misura però prevede che l’azienda non sia definita in difficoltà, a differenza del Fondo di Garanzia, e che ci siano esigenze di liquidità sempre ricondicibili alla crisi russo-ucraina.
Le aziende fino a 5.000 dipendenti e fatturato inferiore ad un miliardo e mezzo, potranno beneficiare di garanzie pari al 90% con costi contenuti, benché lievemente superiori rispetto a quelli garantiti dal Fondo di Garanzia.
La possibilità di accedere a questi strumenti è comunque vincolata alla positiva valutazione di merito di credito della banca concedente: non sono previsti automatismi e pertanto la risposta alla richiesta di nuovi finanziamenti, anche garantiti, potrebbe essere negativa.