L’utilità delle previsioni finanziarie


Una convinzione diffusa è che lo scopo delle previsioni finanziarie sia quello di indovinare i risultati. Siccome gli scenari economici sono da sempre incerti ed il fenomeno del COVID ha accentuato questa evidenza, la naturale conseguenza è che “azzeccare” il risultato sembra essere alquanto improbabile.
In realtà la previsione e la pianificazione sono strumenti a supporto delle decisioni aziendali il cui scopo ultimo non è indovinare il futuro, ma:

· preparare l’azienda ad agire e reagire;
· allenare la capacità aziendale ad adeguarsi a diversi scenari e ponderarne i rischi;
· disciplinare l’organizzazione aziendale al cambiamento.

La validità di una previsione sta nella coerenza e nell’attendibilità delle ipotesi assunte, da cui conseguono previsioni ragionevoli e credibili.
I piani prospettici sono per loro natura mutevoli perché cambiano costantemente le informazioni ed i dati dell’ambiente circostante che stanno alla base delle ipotesi dello sforzo predittivo. La previsione non deve essere immaginata come un esercizio “una tantum”, che una volta strutturato rimane tale ed immutabile nel tempo.
Anzi, è necessario che sia circolare, periodica, soggetta a manutenzione, messe a punto per dispiegare al massimo i suoi positivi effetti sull’organizzazione.
I dati previsionali vanno poi monitorati e misurati negli scostamenti rispetto ai dati effettivi. Lo scostamento va indagato per comprenderne le ragioni, in modo da fornire preziose indicazioni per le decisioni aziendali e per migliorare, le revisioni del piano, sulla scorta dell’esperienza maturata.
Più si prevede, più si diventa efficaci a prevedere. Ci si allena in un metodo, in un approccio sistemico che apprende dagli errori e li fa propri per migliorarsi e diventare più accurato.
Questo problema appare ancora più evidente per quelle aziende che si esercitano nella pianificazione solo quando le risorse disponibili sono scarse. Questo avviene normalmente in fasi di squilibrio o di crisi, dove però normalmente il tempo per dispiegare davvero gli interventi è poco e viene spesso dettato dai terzi (banche, fornitori, erario, stakeholder in genere…) e non più dalle esigenze aziendali. Inoltre, c’è poco tempo per fare esperienza nella stessa attività di pianificazione

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